Tappa 2

Ministero dell’Interno Palazzo del Viminale

Il Palazzo del Viminale è un palazzo storico, dal 1925 sede della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno; dal 1961, dopo lo spostamento della Presidenza del consiglio a Palazzo Chigi, l’edificio rimase sede del solo dicastero dell’Interno. 

Ministero dell’Interno, Palazzo del Viminale

Nel palazzo, nei giorni dell’occupazione tedesca, era acquartierato il battaglione Bozen che venne attaccato dai partigiani il 23 marzo 1944 in via Rasella. Come la notizia dell’attacco venne diffusa, arrivò sul posto il ministro

dell’interno della Repubblica Sociale di Mussolini, Guido Buffarini Guidi.

Il Palazzo del Viminale dal 1925 sede della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno

Quando il comando tedesco decise di mettere in atto la rappresaglia con la fucilazione di dieci uomini per ogni soldato ucciso, per arrivare al numero di trecentotrenta, Herbert Kappler si rivolse al questore di Roma Pietro Caruso che promise di fornire una lista di cinquanta nomi, ma disse che ne avrebbe dovuto parlare con il ministro dell’interno

Buffarini Guidi. “Nelle prime ore del mattino” – dichiarò Caruso al processo a suo carico svoltosi dopo la liberazione di Roma – “per scaricarmi da questa grave responsabilità andai da Buffarini Guidi all’albergo Excelsior. Là ci furono delle difficoltà perché il ministro dormiva. Forzai la consegna. Egli mi ricevette a letto. Gli dissi quello che era successo, cioè che Kappler mi aveva chiesto prima ottanta poi cinquanta uomini da far fucilare per l’attentato di via Rasella. ‘Io mi rimetto a voi’ dissi. Speravo che il Ministro provvedesse direttamente con Kappler. Mi disse ‘Che cosa posso fare? Bisogna che tu glieli dia, se no chissà cosa succede. Sì, sì, dalli’”. Buffardini Guidi era sempre stato considerato dai tedeschi un uomo di loro fiducia.

Dopo essere stato rimosso dall’incarico di ministro da Mussolini, Buffardini Guidi seguì il Duce Il 25 aprile fino a Como cercando – inutilmente - di convincerlo a espatriare in Svizzera. Arrestato e processato, venne condannato a morte il 29 maggio 1945. Tentò senza successo il suicidio e fu fucilato nel campo sportivo "Giuriati", in zona Città Studi a Milano.

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